Mantova,
situata nella parte "Bassa" della Pianura Padana,
è una terra umida disegnata da una rete fittissima
di acque dolci. I laghi, i fiumi (sei che attraversano la
Provincia), gli stagni, i canali, le risaie formano gran parte
del suo territorio costituendo da sempre un importante serbatoio
alimentare.
Per millenni, come in tutta la Pianura Padana, qui si è
ignorato il pesce di mare: al suo posto trote, tinche, anguille,
lucci, persici, gamberi d'acqua dolce e soprattutto rane,
il simbolo stesso della padanità, sono sempre apparsi
sulle tavole dei ricchi e dei poveri. Ma è anche terra
di carnivori la Pianura Padana. Il privilegio di caccia e
di pesca fu riservato per lunghi secoli solo alla nobiltà
feudale e ai Signori delle corti rinascimentali. Proprio nella
Pianura Padana si concentravano alcune delle corti più
raffinate di tutt'Italia: i Gonzaga a Mantova, i potentissimi
Farnese a Parma, gli Estensi a Ferrara. In questo "triangolo
d'oro" della gastronomia padana, i cuochi di Corte traducevano
in elaboratissime architetture, da esibire in pantagruelici
banchetti,
i risultati delle cacce nobiliari (daini, caprioli, fagiani,
lepri ecc.)
Sono molti gli "itinerari del gusto" in provincia
di Mantova, molte le tappe anche cittadine per gustare i sapori
di questa antica cucina "di principi e di popolo".
e poi i molti percorsi riferiti alle diverse produzioni zonali,
ovvero insaccati, formaggio grana, kiwi, mela, pesca, melone,
anguria, pera, zucca, riso "vialone nano", cipolla,
tartufo, miele, pesce, e infine l'oca.
E accanto alla buona tavola questa provincia custodisce un
cospicuo patrimonio di tradizioni che talvolta sono legate
ai riti religiosi, talvolta al lavoro dei campi, ma sempre
e comunque al piacere dell'incontro e della festa padana:
ovvero personaggi, colori e 'sapori' che uno spirito sapientemente
amministrato ha saputo mantenere vivo
e riproporre con precisa cadenza annuale.
MANTOVA,
UNA CITTADINA DELLA VALLE DEL PO...
La cultura e la cucina mantovane sono profondamente legate
ad antiche tradizioni contadine, e riflettono un forte legame
con le zone vicine. Soprattutto l'Emilia-Romagna (da Piacenza
a Ferrara), e la bassa Lombardia (Pavia e Cremona) presentano
intensi legami che dimostrano un quadro culturale (e gastronomico)
fondamentalmente unitario. E parlando di affinità è
necessario ricordare la dominazione austriaca
(Mantova era una delle piazzeforti del quadrilatero) che ha
lasciato tracce, che ancora resistono, nel dialetto, nei monumenti
e anche in cucina; ho segnalato, nelle singole ricette, i
legami con la cucina asburgica.
In una carta dei cibi dominata da primi piatti robusti, gli
antipasti sono trascurati. Tuttavia i Signori mantovani solevano
far precedere il pranzo dal Sorbir d'agnoli
(agnolini in brodo serviti in una tazza con brodo rigorosamente
di carne) a cui
qualcuno aggiungeva il vino Lambrusco.
Comunque per chi non vuole rinunciare all'antipasto può
"ripiegare"sui prelibati salumi: consigliato il
salame nostrano, la coppa e la mortadella dal sapore ineguagliabile.
Per chi ama la polenta abbrustolita la può gustare
a scelta con salamella, salame, cotechino, ciccioli di maiale
o gras pistà cioè lardo battuto finemente con
prezzemolo
e una punta d'aglio. Ottima anche la polenta fritta e spolverata
di zucchero.
Ma non fatevi prendere troppo per la gola perchè non
potete di certo rinunciare al primo!
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